Riepilogo carrello

Il tuo carrello è vuoto

Prodotti nel carrello: 0
Totale prodotti: € 0,00

Prosegui al carrello

CLASSICA

Sospiri nel tardo Romanticismo

Sospiri nel tardo Romanticismo

Arpa e archi insieme nel romanticismo Iole Di Gregorio La sensibilità romantica portò a concepire l’idea melodica come indissolubilmente legata alla voce specifica di uno strumento, che ne determina il modo in cui vibra e si ripercuote nell’anima. Pur essendo il timbro l’elemento primigenio, alogico e istintivo della musica, gli autori fino al Settecento avevano dato la priorità ad altri elementi della composizione. La nuova attenzione al “suono in sé” alimentò la trasformazione delle tecniche esecutive degli archi e la ricerca di originali impasti timbrici in orchestra, il perfezionamento di strumenti tradizionali e di nuova invenzione, la valorizzazione di strumenti antichi quanto carichi di memorie, come l’arpa. Dietro l’arpa moderna, inventata da Sebastian Erard nel 1811 e dotata di 47 corde e 7 pedali, non si stenta a scorgere lo strumento le cui origini si confondono nel mito e che, con animo positivista, possiamo rintracciare fino alle prime applicazioni dell’homo faber. Nel corso dell’Ottocento romantico, in ambito di preferenza francese –già alle soglie della Rivoluzione l’arpa era lo strumento prediletto dalla regina Maria Antonietta– assistiamo alla progressiva integrazione dell’arpa nell’organico orchestrale, consacrata dal trattato di Hector Berlioz. Contemporaneamente si stabilizza l’uso dell’arpa nel teatro d’opera, come testimonia il raffinato impasto timbrico della Meditation, tratta da Thaïs di Jules Massenet (1842 – 1912). Suggestive e ricche di fascino si ritrovano tracce del mondo operistico nelle composizioni di Giovanni Caramiello (1838 – 1938), per molti anni acclamato arpista del Teatro S. Carlo di Napoli, autore di un Duetto sulla casta Diva del Bellini, per arpa e pianoforte, qui offerto nella trascrizione per arpa sola di Davide Burani. Lo sfruttamento dell’arpa culmina nella produzione sinfonica di Claude Debussy (1862 – 1918), che spesso inserisce due arpe in partitura e fa largo uso di glissandi per creare una sonorità impressionistica. Le Danses sacrée et profane gli furono commissionate nel 1904 dalla Casa Pleyel che intendeva promuovere un nuovo modello di arpa “cromatica” in concorrenza alla suddetta arpa diatonica, monopolio della firma Erard. Il nuovo strumento non riuscì ad imporsi, ma le Danses di Debussy possono, fortunatamente, essere eseguite con l’arpa a pedali grazie alla trascrizione di Henriette Renié, celebre docente e concertista francese. Fin dalla prima esecuzione, avvenuta il 6 novembre 1904 ai Concerts Colonne di Parigi, le Danses hanno creato un modello di riferimento per i compositori europei, in grado di esercitare un’influenza paragonabile a quella dell’Adagietto della Quinta di Mahler del 1902, rievocato nel pezzo sciolto Sospiri op. 70, composto nel 1914 per archi e arpa dal compositore inglese sir Edward Elgar (1857 – 1934), cui si devono alcuni capisaldi della letteratura per orchestra d’archi tardo romantica. Marcel Grandjany (1892 – 1974), arpista e compositore americano di origine francese, formatosi al Conservatorio di Parigi, dedica nel 1937 l’Aria in classic style all’insieme di arpa e archi, confermando la solidità di quest’unione e la persistenza del gusto arpistico francese nel mondo.

CESARE POLLINI: ANTOLOGIA DEL CENTENARIO

CESARE POLLINI: ANTOLOGIA DEL CENTENARIO

TRACKLIST 1 - Scherzo in fa maggiore (1880), per orchestra 2 - Notturno in re maggiore (1882), per orchestra Oreste Ravanello (1871-1938) 3 - Elegia “in morte di Cesare Pollini” (Andante) per archi 4 : 8 - Suite op. 3 in mi maggiore per violino, violoncello e pianoforte Allegro non troppo / Largo espressivo / Tempo di Minuetto / Mesto (A modo di Romanza) / Presto 9 : 11 - Tre fogli d’album (1903) Attesa (Presto) / Melanconia (Andante sostenuto quasi adagio) / Prima neve (Andante con moto) 12 - Notturno (Mesto), Nr. 2 da Sei fogli d’album (1878) 13 - Presto scherzoso Nr. 5 da Sei fogli d’album (1878) 14 - Marcia Funebre (Adagio Maestoso) in si bemolle minore (1874) 15 - Romanza (Quasi adagio) 16 : 19 - Sonata in fa minore(1874/1899) Allegro appassionato / Sostenuto / Intermezzo / Finale (Energico/Assai agitato) INTERPRETI Orchestra del Conservatorio “Cesare Pollini” (tracks 1/2) Giuliano Medeossi direttore (tracks 1/2) Orchestra di Padova e del Veneto (tracks 3) Pietro Billi direttore (tracks 3) Andrea Vio violino (tracks 4-8) Angelo Zanin violoncello (tracks 4-8) Aldo Orvieto pianoforte (tracks 4-8) Maura Mazzonetto pianoforte (tracks 9-14) Giovanni Tirindelli pianoforte (tracks 15-19) Cesare Pollini, figlio del nobile padovano Luigi de’ Pollini, nasce il 13 luglio 1858. Intraprende giovanissimo gli studi pianistici sotto la guida della madre Luigia dei conti de’ Cassis-Faraone. Nel 1878 il conte Pietro Suman invia alcune composizioni di Pollini - fino ad allora praticamente autodidatta - ad Antonio Bazzini, illustre compositore, violinista e professore del Conservatorio di Milano, che lo accoglierà nella sua classe nel 1880 e di cui diverrà presto uno degli allievi prediletti. Due anni più tardi Pollini rientrerà a Padova per assumere la direzione dell’Istituto Musicale, ivi fondato il 29 giugno 1879. Il 5 dicembre 1886 Pollini intraprende una lunga tournée di concerti in Germania con il violinista Antonio Freschi, anch’egli allievo di Bazzini. Il 2 gennaio il duo esordisce a Monaco, ottenendo critiche molto favorevoli, in particolare dal ‘Berliner Tagblatt?. Tra i brani eseguiti anche la Suite op. 3 dedicata a Richard Strauss, presente all’esecuzione. La tournée prosegue alla volta di Francoforte, Stoccarda, Berlino, Vienna. Nel 1889 è invitato dalla regina alla Villa Reale di Monza a tenere un concerto in onore dell’imperatore Guglielmo II e nel 1892 il re Umberto I lo nomina cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, facendogli personale consegna delle insegne a Monza. Il 26 gennaio 1912 Cesare Pollini muore improvvisamente all’età di 54 anni. La notizia della sua scomparsa è diffusa dai giornali di tutta Italia. L’istituto padovano decide di darsi nuova denominazione in memoria del suo direttore. Il mezzo secolo tra l’annessione al regno d’Italia e la prima guerra mondiale è epoca di ripiegamento decadente, un momento storico nel quale la delusione postunitaria si intreccia con il clima di sconforto per la presa di coscienza dell’arretratezza culturale dell’Italia rispetto al mondo d’oltralpe. Anche per Padova è un periodo intensissimo e contraddittorio di riorganizzazione materiale e culturale, di fieri acquartieramenti su posizioni tradizionali, ma anche di aperture audaci e lento cammino di avvicinamento all’Europa contemporanea. Significativa presenza nella vita culturale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Cesare Pollini - sono parole di Arrigo Boito -«occupava fra gli elettissimi cultori dell’arte un grado speciale di eminenza e di nobiltà». Nelle molteplici esperienze acquisite nella sua intensa attività di concertista, compositore e musicologo Pollini aveva coltivato una straordinaria ricchezza di stimoli che mise a disposizione della vita culturale padovana con ammirevole generosità. Forte dell’amicizia con illustri personalità del mondo musicale italiano e tedesco (i già citati Richard Strauss e Antonio Bazzini ma anche Giuseppe Martucci, Giovanni Sgambati, Oscar Chilesotti e molti altri), egli si impegnò con passione nel promuovere la cultura musicale europea in ambito padovano rinnovando le scelte concertistiche e affinando il gusto musicale del pubblico. Da segnalare, a tal riguardo, il suo impegno di organizzatore delle “mattinate musicali” a palazzo Selvatico Estense, cicli di concerti i cui programmi erano volti a presentare il repertorio romantico tedesco, fino ad allora praticamente sconosciuto in Italia e considerato dal pubblico insopportabilmente noioso: «Il programma del concerto suscitò le più serie diffidenze per l’esclusione assoluta di pezzi vocali ed il predominio di autori classici, i cui nomi mettevano i brividi alla gran maggioranza degli amatori e facevano presentire quel terribile tedio che in simili circostanze piomba sempre, come incubo sul capo di cotesti amatori». Padova condivideva con i maggiori centri della Penisola la tensione tra abitudini musicali schiacciate sul teatro e sul consumo da salotto e la volontà pedagogica di un élite di avvicinare cultura e gusto locali ai modelli europei. Significativa a tal riguardo la stesura della Terminologia musicale tedesco-italiana che Pollini pubblicherà nel 1894 per i tipi dei F.lli Bocca di Torino. Numerosi anche i concerti commemorativi organizzati dal maestro nel contesto della programmazione artistica dell’Istituto padovano: per il VII anniversario della morte di Richard Wagner (1890), in commemorazione di Gioachino Rossini e di Giuseppe Tartini (1892), di Anton Rubinstein (1895), di Antonio Bazzini (1897), di Johannes Brahms (1898), di Giuseppe Verdi (1901), di Edvard Grieg (1908).

CHORAL FIREWORKS

CHORAL FIREWORKS

CLASSICAL. Original compositons by J. S. Bach, G. F. Handel, W. A. Mozart, F. Mendelssohn Bartholdy. Schola S. Rocco, Orchestra Barocca Archicembalo Ensemble conductor Francesco Erle. 24 bit/88.2 kHz recording made at Basilica di S. Felice Vicenza on December 19, 2009 Lasciamo volentieri alle parole del Maestro Francesco Erle la presentazione di questo spettacolare disco dal vivo per coro e grande orchestra, Concerto registrato dal vivo per i Concerti del Centenario della Società del Quartetto di Vicenza nella Basilica di S.Felice il 19 dicembre 2009. “La verità è che decidemmo di registrare questo concerto con Marco Lincetto proprio all'ultimo minuto: non potevamo resistere e provare a riprendere l'ultimo di una felicissima serie di concerti (a Verona in S.Eufemia il 14, a Trento in S.Francesco Saverio il 15, a Innsbruck in Duomo il 16 e a Bolzano in Duomo il 17 dicembre 2009) che si era trasformata in un susseguirsi di serate dal clima esecutivo di grande energia e di quella simbiotica empatia che così raramente si crea tra direttore, orchestra e coro. Avevo proposto a Giorgio Meneghini l'estate precedente un coraggioso programma che rappresentava l'ultima versione di una semplice ma virtuosa idea, i concerti iniziati molti anni prima alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia che il titolo “Choral Fireworks” sintetizzava come un atto di credo musicologico particolare: la scrittura dei sommi compositori nello stendere i forti colori dei grandi cori con orchestra era al tempo stesso sufficiente da una parte a creare unità programmatica e interesse scientifico, dall'altra occasione di grande godimento per un pubblico che si trovava di fronte a quella che, dal punto di vista degli esecutori, era una scintillante maratona di virtuosismi e fortissime espressioni. Come si vede dalla elenco dei brani, in tutto e per tutto avevo voluto rispettare la proprietà liturgica dei testi, e per coronare lo sforzo mi ero anche cimentato in una fatica-impresa personale se si vuole anche rischiosa, stendere una versione orchestrale scientificamente corretta delle parti più adatte al concerto del Te Deum che il giovanissimo Mendelssohn aveva lasciato steso solo per doppio coro e un basso continuo nemmeno completato. La sera ripresa nel disco, superate le difficoltà di una abbondante nevicata, si rivela foto che solo con coraggio avremmo sperato di riuscire a scattare, calda nei colori, piena di vita e verità di frasi e suono come solo un disco veramente dal vivo sa regalare. La decisione di stampare il cd è quindi arrivata per ultima, con l'ascolto sorpreso e poi convinto di questo album sonoro degli artisti, degli organizzatori e della casa discografica. Speriamo ora che il disco, oltre a portarvi i nostri più fervidi auguri, incontri il vostro consenso come allora incontrò grandissimo entusiasmo del pubblico nelle chiese, e nelle critiche dei quotidiani.”

ROMANZE

ROMANZE

CLASSICAL. Words by Cesareo, Errico, Mazzola, Pagliara, Dei Fiori, D’Annunzio, Stecchetti, Cimmino, Cognetti. All music composed By Francesco Paolo Tosti. Valeria Fubini Ventura soprano, Sonia Mazar grandpiano. Digital Recording made at Eden-Tamir Music Center Hamaayam, Ein Karem, Jerusalem on January 2005 Francesco Paolo Tosti nasce a Ortona nel 1846. Dimostrò precocemente la sua passione per la musica e in particolare per il canto divenendo allievo di Mercadante al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Si guadagnò la vita nei primi anni della sua carriera come maestro di musica e di canto ad Ancona. Insoddisfatto della vita di provincia, si trasferì a Roma dove si esibì come cantante sfruttando la sua bella voce tenorile. Nella capitale conobbe molti personaggi di rilievo, tra cui la principessa Margherita di Savoia che lo scelse come proprio maestro di canto, ma determinanti furono per Tosti la conoscenza di D’Annunzio e del pittore Michetti: molte delle sue più belle romanze furono composte proprio su liriche di D’Annunzio. La copiosa produzione musicale di Tosti consta quasi esclusivamente di composizioni per canto e pianoforte che si possono ulteriormente dividere in chansons, romanze, canzoni italiane popolari, songs. La sua opera ha conosciuto alterne fortune nel corso del Novecento, a seconda del clima culturale e sociale in cui è stata fruita ed eseguita. Con le sue oltre trecento cinquanta romanze Tosti ha senza dubbio conferito un’autonomia a questo genere che aveva vissuto sino ad allora all’ombra del melodramma. Tosti ha creato la romanza come forma autonoma e originale: in essa la dolce melodicità, la semplicità della linea melodica si sposano perfettamente con il testo poetico, sempre scelto con raffinata sensibilità tra i testi dei maggiori poeti italiani del tempo e a volte anche tra quelli di poeti stranieri come Hugo, Verlaine, De Musset, ecc.. Impermeabile ai venti delle avanguardie che soffiavano forti in quegli anni, ha dato sfogo ad una melodicità raffinata, prevalentemente sentimentale ma sempre fresca e di buon gusto. Conobbe un indubbio successo nell’Italia umbertina e nell’Inghilterra vittoriana, anche se gli è stato spesso rimproverato di accontentarsi di questo successo mondano nei salotti eleganti della belle époque. Chiamato da alcuni lo Schubert italiano, ha l’indubbio pregio di un’immediata fruizione e riconoscibilità, ed è proprio su questo carattere che si è fondato il suo grande successo. Questa facilità di ascolto e questa sua fruibilità immediata possono essergli rimproverate come un difetto ma possono anche essere considerate come una grande qualità: nelle sue romanze non c’è posto per preziosismi o per inutili sovrastrutture tecniche estranee alla sua personalità. Dietro questa apparente semplicità e immediatezza ritroviamo ancor oggi il suo equilibrio e la sua innata raffinatezza che hanno contribuito a rendere le sue romanze ancora fruibili in un contesto culturale e sociale così lontano e diverso da quello in cui erano state create. (Enrico Fubini )

GRANDO XE AMOR

GRANDO XE AMOR

CLASSICAL. Original compositions by Antonio Buzzolla. Paola Marzolla soprano, Matteo Ferrara bass baritone, Aldo Fiorentin piano. 24bit/88.2 original digital recording made at Magister Area Studios, Preganziol, Italy, on April 2010 Antonio Buzzolla è nato ad Adria nel 1815 e morto a Venezia nel 1871. Figlio d’arte, (il padre Angelo era maestro di cappella della Cattedrale di Adria e direttore della Società Filarmonica) imparò presto a suonare il violino, il pianoforte, l’organo e altri strumenti, e già a 17 anni entrò a far parte dell’orchestra del teatro “La Fenice” di Venezia; 5 anni più tardi, dopo aver già composto e rappresentato la sua prima breve opera, il “Ferramondo”, si trasferì a Napoli dove fu allievo di Donizetti e Mercadante. Dopo aver composto e rappresentato altre due opere, “Mastino I della Scala” nel 1841 e “Gli avventurieri” nel 1842, intraprese nel 1843 un lungo viaggio per l’Europa, andando prima a Berlino come direttore dell’orchestra del Teatro dell’Opera Italiana, poi a Dresda, in Polonia e in Russia; nel 1845 e nel 1846 lo ritroviamo occasionalmente ad Adria, per poi andare a Parigi come direttore dell’Opera Italienne, e in seguito ancora a Berlino. Dal 1848 si stabilì definitivamente a Venezia, dove ricoprì il prestigioso incarico di maestro di cappella presso la basilica di San Marco dal 1855 fino alla morte, sopravvenuta nel 1871. Oltre alle tre opere già citate, Buzzolla compose e rappresentò altre due opere, “Amleto” nel 1848 e “Elisabetta di Valois” nel 1849-1850; il resto della sua imponente produzione musicale è in gran parte costituita da musica sacra, anche se la sua fama è legata principalmente alla musica vocale da camera: egli infatti scrisse anche una notevole quantità di arie e canzonette, molte delle quali in dialetto veneziano, per canto e pianoforte, che incontrarono un notevole favore presso il pubblico italiano. Rossini stesso dichiarò che Buzzolla superava in questo genere tutti quelli che lo avevano preceduto, compresi il Perucchini e Simone Mayr, autori della notissima “Biondina in gondoleta”. In effetti le ariette e canzonette veneziane, pur conservando l’aspetto popolare nel testo e in certe cadenze ritmiche e tratti melodici, manifestano una notevole cura nella composizione: si tratta di pagine di musica da camera “piene di brio, di varietà, di spontaneità, di sapore veneziano” ma anche di buon gusto, abilità e maestria compositiva, “piccole gemme sapientemente armonizzate” come le definì Antonio Casellati, pioniere di studi musicali adriesi. In questo disco si offre una raccolta significativa di arie e canzonette gioiose, splendidamente interpretate da Paola Marzolla e da Matteo Ferrara, accompagnati dal solido pianismo di Aldo Fiorentin. Registrato live-in-studio in alta risoluzione digitale negli ormai noti Magister Area Studios da Marco Lincetto.

I SOGNI DI GIANO' CONCERTO

I SOGNI DI GIANO' CONCERTO

SILVIO OMIZZOLO (1905 – 1991) Concerto per violoncello, archi e pianoforte (1958) 01 – Allegro marcato,  9:37 02 – Andante,  6:47 03 – Rondò (Presto),  9:43   ADRIANO LINCETTO (1936 – 1996) I Sogni di Gianò (1985) Suite orchestrale per flauto, oboe, fagotto, due trombe, archi e voce 04 – Canzone d’Amore,  13:03 05 – Sono stato soldato,  12:06 06 – La fisarmonica e il bambino,  7:51   Tempo totale: 59:12   Grabación digital original 24bit/88.2 realizada en el Auditorio Pollini, Padua, en septiembre de 2009   Producción Velut Luna Productor ejecutivo Marco Lincetto Productor musical e ingeniero de edición Fabio Framba Ingeniero de equilibrio y mezcla Marco Lincetto Cubierta (Grand Prismatic Spring, Parque Nacional de Yellowstone, Wyoming) Marco Lincetto Marco Lincetto, Nicola Righetti, Elide Cataldo Diseño y maquetación L'image   Mario FOLENA flauto  Paolo BRUNELLO oboe  Andrea BRESSAN fagotto  Simone LONARDI tromba  Roberto CATERINI tromba  Silvia REGAZZO voce  Damiano SCARPA violoncello  Pierluigi PIRAN pianoforte    ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO  FABIO FRAMBA direttore Adriano Lincetto e Silvio Omizzolo furono due compositori italiani che attraversarono la storia musicale del ‘900, scomparsi entrambi sul finire del secolo. Accomunati dal fatto di essere stato il primo allievo del secondo, condivisero poi molte esperienze musicali comuni, compreso l’importante ruolo della direzione del Conservatorio di Musica Cesare Pollini di Padova, in momenti successivi, ed una intensa attività concertistica come insigni e stimati pianisti. Il Concerto per violoncello, archi e pianoforte di Silvio Omizzolo si colloca nella grande tradizione della musica mitteleuropea della metà del ‘900, trovando illustri riferimenti in autori quali Bartok e Stravinsky. Chiaramente strutturato nella forma concerto, offre al violoncello importanti occasioni virtuosistiche. La Suite “I Sogni di Gianò” di Adriano Lincetto è ricavata dallo stesso autore dalle sue musiche di scena originali scritte nel 1969 come colonna sonora dell’omonima pantomima in atto unico di Cornelia Mora Taboga. Si tratta di musica fortemente descrittiva ed evocativa, che basa la sua forza su una serie ininterrotta di struggenti melodie, permeate della più profonda e colta tradizione italiana, ma ricche di echi “Francesi”, in ossequio all’ambientazione parigina della storia del barbone Gianò, che si svolge in una dimenticata Parigi, senza tempo. Registrato nella consueta forma del live-in-studio nell’Auditorium Cesare Pollini di Padova, questo disco vede l’accorata interpretazione dell’Orchestra di padova e del Veneto diretta da Fabio Framba, con Damiano Scarpa solista al violoncello, Pierluigi Piran al pianoforte e Silvia Regazzo, interprete di un importante cameo vocale solista all’interno della Suite I Sogni di Gianò.

GASLINI SINFONICO 3

GASLINI SINFONICO 3

Classical: original compositions by Giorgio Gaslini, lirycs by D. Margheriti, M. Bagnoli, W. Shakespeare. 01: Orchestra Filarmonica Nazionale Russa di Tomsk; 02 Icarus Ensemble, G. Gaslini Conductor, G. Mareggini flute solo; 03-05 A. Caiello soprano, A. Braga violin,, J. Imperial viola, S. Scotto cello, A. Teora clarinet, G. Gaslini conductor; 06 V. Jansons baritone, G. Ubaldi chorus conductor, Oak Ensemble, R. Bonati conductor; 07 Orchestra Internazionale d’Italia conductor L. Jia, M. Mazzoni solo sax; 08-12 C. Cely flute and song, G. Gaslini piano; 13 Orchestra Sinfonica Internazionale “ F. Fenaroli” , G. Gaslini conductor.  Lasciamo alle parole del noto musicologo Quirino Principe, tratte dalla sua più articolata introduzione critica presente all’interno del booklet, la presentazione musicale di questo stimolante ultimo lavoro di Giorgio Gaslini: “Le composizioni presentate in questo CD sono una conferma sovreccitante delle qualità del Maestro Gaslini, riconosciute da sempre a un artista il cui stile è al di sopra di qualsiasi riserva critica, e nel cui catalogo non esistono opere “minori”. Ma i lavori che qui si ascoltano sono anche qualcosa di più: sono grandi concezioni intellettuali, che aspirano alla costruzione di una “macroforma”. In Sinfonia breve per orchestra, che apre il CD, l’incipit è già un trauma: l’irruzione cruda del suono, l’ossimoro tra lo squillo di fanfara e l’aura misteriosa della cui sonorità Gaslini sembra possedere il segreto esclusivo, conducono verso un percorso folto di colpi di scena e di svolte impreviste, attraverso lo snodarsi di 12 sequentiae cui il compositore chiede il significato più profondo di quella scansione del tempo e della natura che sono le quattro stagioni. Esse sono dichiarate esplicitamente non sul frontale di una sezione (come avviene in altri lavori della grande tradizione fin troppo noti perché sia necessario citarli), bensì in zone interne: la primavera nella terza sequenza, l’estate nella settima, l’autunno nella decima, l’inverno nella dodicesima e ultima, forse con l’enunciazione di un legame sottile e resistente tra il Largo di Gaslini (preceduto da una cadenza colma di tensione) e il tempo lento dell’Inverno vivaldiano. Naturalmente è un trittico che unisce (senza sforzo, anzi, “naturaliter” e “iuxta naturam”) tre lavori vicini nel tempo, nati nel breve tratto di un biennio. Beyond the river (2007), partitura per flauto e 10 strumenti che ci colpisce per la miracolosa abilità del compositore nell’analizzare e fondere i suoni, i temi e i motivi secondo metamorfosi veloci e inafferrabili, si apre con un affascinante arcaismo: l’enunciazione della melodia tardo-medievale nota in Italia come Lamento di Tristano, subito rivestita di colori cangianti, riportata alla sua nudità, poi riavvolta in vesti policrome. La sezione centrale del trittico, Ter (2008), per voce di soprano, violino, viola e clarinetto, si sviluppa, in un’atmosfera comparabile alla poesia di un idillio ellenistico, lungo tre liriche sui versi classicamente limpidi della poetessa umbra Daniela Margheriti: “Da secoli sopporto”, “E penso al mio riposo”, “Ecco che arrivo al bosco”. La sezione conclusiva, Il bosco di Beuys (2008), preparata, nella strategia e nella métis del compositore, dalla terza e ultima delle liriche di Ter, ha un testo cantato, tratto da un’intervista di Marco Bagnoli allo scultore e pittore Joseph Beuys (Krefeld, giovedì 12 maggio 1921 – Düsseldorf, giovedì 23 gennaio 1986). La figura di Beuys è, fra l’altro, una delle simboliche esperienze d’arte e di pensiero che hanno motivato la ricerca sulla musica di Gaslini svolta negli anni dalla già ricordata Lucrezia De Domizio Durini, la studiosa che, come sappiamo, ha dedicato un libro fondamentale al compositore milanese. L’organico scelto per Il bosco di Beuys è: voce di baritono, piccolo coro femminile, clarinetto, violoncello, pianoforte, percussione. Il grado di trasfigurazione della parola raggiunto da Gaslini mediante sonorità originalissime nel suo lavoro spiega la grande emozione che questa composizione ha suscitato sin dalla sua prima esecuzione. La prima esecuzione assoluta di Silver Concert (1992), avvenuta al Teatro Rossini di Pesaro domenica 6 settembre 1992 nell’ambito del X Festival Mondiale del Saxofono, è quella che in questo CD ci offre il singolare “concerto per saxofono, baritono e orchestra”, dove la dialettica tra tradizione jazz e tradizione classico-romantica è affrontata secondo i criteri compositivi e nello stile poetico di Gaslini: mediante una sublimazione dei rispettivi connotati, in un incontro al vertice. La Suite elisabettiana, per traversiere, canto e pianoforte, è un omaggio, alla maniera “britteniana” a musiche di compositori di Corte britannici del’epoca Tudor (secolo XVI). Il CD si conclude con una pagina luminosissima per 16 strumenti ad arco: Adagio is beautiful, qui registrata dal vivo e diretta dallo stesso Gaslini, a Lanciano, domenica 22 agosto 1999.” Le registrazioni sono state effettuate in differenti teatri e luoghi storici italiani negli ultimi 20 anni e Marco Lincetto, che è anche autore di una di queste registrazioni, “Il bosco di Beuys”, ha realizzato un lungo e certosino lavoro di rimissaggio e mastering per assemblare tutti questi differenti lavori in questo disco.

COMPOSIZIONI OSSESSIVE

COMPOSIZIONI OSSESSIVE

CLASSICAL: original compositions by Marco Falossi, J. S. Bach, J. Offenbach, P. I. Tciaikowsky, G. Rossini. Marco Falossi piano, Accademia Concertante d’Archi conductor Mauro Benaglia. Tracks 6,7,27,28,29,30: 24bit/88.2 original studio recording made at Area Magister, Preganziol on September 2008. Tracks 34,35,36: 24bit/88.2 original live recording made at Società del Giardino, Milano on February 2007. All others tracks: 24bit/88.2 original studio recording made at Sala Rossa, Lonigo on August 2007  Il nuovo disco di Marco Falossi ci permette di entrare nella visionaria poetica musicale del virtuoso pianista milanese. Si tratta di una musica fortemente descrittiva, basata su immagini folgoranti, frutto di intuizioni improvvise o fortemente meditate, che spesso si appoggiano sulla prodigiosa tecnica pianistica, portata ai limiti estremi della capacità umana di muoversi sulla tastiera del principe degli strumenti. Melodie rarefatte si alternano a improvvise cascate di note, che fluiscono senza soluzione di continuità, ma rigidamente incasellate in una precisa e armonica visione. Il talento interpretativo di Falossi è fuori dubbio: in questo CD possiamo definitivamente apprezzarne anche il grande talento compositivo. Registrato nell’arco di due anni circa, il progetto propone 33 brevi composizioni per pianoforte solo scritte a partire dall’età di sedici anni e tre affascinanti e affabulatorie stesure per orchestra d’archi e pianoforte, che riprendono le originalissime riscritture di Falossi su celebri temi della storia della musica: in questo caso la Barcarola di Offenbach, il Valzer dei Fiori dal Lago dei Cigni di Tchaikowsky e la Gazza Ladra di Rossini. La qualità di registrazione eccelsa, basata su una ripresa nativa in standard digitale a 24bit/88.2kHz, permette di scoprire per l’ennesima volta la grande abilità di Marco Lincetto nel registrare il pianoforte.

SONATE VIRTUOSE PER FAGOTTO DEL X V I I SECOLO

SONATE VIRTUOSE PER FAGOTTO DEL X V I I SECOLO

CLASSICAL: original compositions by De Selma, Bertoli, Boddecker, Frescobaldi, Castello, G.A.S., Marini, Tromboncini/Tognon. P. Tognon dulcian, P. L. Polato archlute, P. Pasquini virginal, N. Dal Maso violone, A. Bares violin, P. Prosser theorbo, C. Verh dulcian. Original recording in Chiesa S. Maria dei Servi, Padova; Chiesa in Pieve S. Martino at Palazzo Pignano, Cremona; Studio Magister in Preganziol, Treviso, Italy. Paolo Tognon si è dedicato con passione alla riscoperta della prassi esecutiva e del repertorio antico dei fagotti storici, perfezionandosi con i migliori specialisti. Ha suonato in tutta Europa, Stati Uniti e Medio Oriente, registrando più di 120 dischi, molti dei quali in ruolo solistico al fagotto (sonate di Merci, Telemann, Vivaldi, Platti) e con orchestra (concerti di Fasch e Graupner con la Capella Savaria diretta da P.Nèmeth e con I Filarmonici di Verona) e alla dulciana (sonate virtuose del XVII sec.) ha ottenenuto premi della critica discografica fra cui: premio A.Vivaldi promosso dalla fond.Cini di Venezia e sulle riviste tedesche: Alte Muzik Aktuell e Toccata. Ha pubblicato nel 2001, il primo articolo italiano sulle origini storiche del fagotto sulla rivista Hortus Musicus. Ha fondato e coordina il lavoro di ricerca storica ed organizzativo de: La Bande des Hautbois du Roy (realizzando uno speciale per Amadeus) l’ensemble di dulciane QUONIAM (partecipando anche in trasmissioni RAI) e Il Viaggio Musicale. L’attività didattica lo ha visto vincitore di alcuni importanti concorsi a cattedre nazionali ed internazionali, che gli hanno consentito d’insegnare per prestigiose istituzioni, fra cui i dipartimenti di musica antica del Conservatoire National Supèrior de Musique et de Dance di Parigi, la Scuola di Musica Antica di Venezia, presso la Fondazione Levi, e nei corsi di sperimentazione di musica antica dei Conservatori di Padova, Vicenza e Livorno.

WEKE MUSIC FOR PIANO & STRINGS

WEKE MUSIC FOR PIANO & STRINGS

Classical: original compositions by V. Cipriani, J. Lennon- McCartney, A. Piazzolla. V. Cipriani piano, Treble Singers Chorus San Matteo, A. Cipriani treble singer, A. Di Marzio cello solo, F. Sacco violin solo, Anuhel vocalist, G. Leonetti double bass, M. M. Notarstefano soprano, V. Soranno sax solo. Digital original recording made at Chiesa di San Felice delle Suore Francescane di Gesù Crocifisso, Gravina in Puglia (Bari) on Novembre 2009. “Weke” è il titolo, criptico ed un po’ misterioso, del nuovo disco di Vincenzo Cipriani. Compositore ed eccellente pianista, l’autore pugliese ci presenta, con il suo primo disco, un autentico "affresco" musicale. Questa è un’ideale “musica per immagini”, che consente a Cipriani di proseguire la nobile tradizione dei grandi autori italiani di musica per il cinema, quali, per citare i più illustri, Nino Rota ed Ennio Morricone. Il duttile organico di base, composto da una piccola orchestra d’archi e dal pianoforte, presenta atmosfere ed umori variegati, che nell’immediatezza di un linguaggio accessibile a tutti, ma per nulla banale, consentono all’ascoltatore di immergersi in una poetica musicale ricca di colori ed emozioni. In chiusura del disco sono presenti anche due arrangiamenti originali di un brano dei Beatles, la raffinatissima ninna nanna “Good Night”, interpretata anche da un etereo coro di voci bianche e dalla piccola Anna Cipriani come voce bianca solista, e due brani di Astor Piazzolla, che vedono come ospiti il soprano Maria Maddalena Notarstefano in "Ave Maria" ed il sassofonista Vito Soranno in "Inverno Porteno": si tratta di un omaggio di Vincenzo Cipriani a due suoi importanti riferimenti musicali. Registrato da Marc Keno nella Chiesa di San Felice delle Suore Francescane a Gravina in Puglia, questo disco è stato poi mixato e masterizzato in dominio analogico da Marco Lincetto, utilizzando una prestigiosa console analogica Neve serie 80.

BLUE SIMPHONY

BLUE SIMPHONY

Classical-Contemporary: Original compositions by G. Gaslini. Orchestra e Coro del Teatro Marrucino - Chieti, Giorgio Gaslini conductor and pianist. 24bit/88.2Khz High Definition Digital Live Recording at Teatro Marrucino - Chieti, on February, 6th, 2007 "Oggi è più difficile scrivere una canzone d´autore che una sinfonia", ha detto qualche tempo fa Giorgio Gaslini dopo averne fatte già più di cento - registrate e pubblicate da questa etichetta -, forse proprio per convincersi che era importante non perdere la mano sulla grande orchestra classica. E così nell’arco di pochi anni, l’imprendibile, non frugale né uniforme, e costantemente incrementato catalogo d’autore s’è arricchito d’una serie di nuovi lavori sinfonico-concertistici: con o senza pianoforte, per una o più orchestre. Vi si recuperano e si fanno orgogliosamente valere i sei diplomi conseguiti al Conservatorio di Milano, e si riapre un dialogo con la “musica contemporanea”, com’è definita nei suoi libri: cioè con la sua, più o meno coatta, formazione accademica. I quattro ultimi sono qui riuniti. All’atto pratico, ascoltando la musica e sfogliando le partiture, ordinate e ‘parlanti’, dura un attimo la tentazione di costringerle in una casacca stilistica. Le musiche che riepilogano una porzione recente della mai sopita creatività d’autore si aprono, per usare un lessico di casa, su un repertorio che rianima l’antico proposito gasliniano di “musica totale”: espressione dei suoni che non dà spazio allo “sperimentalismo fine a se stesso” né alle “presunzioni di valore stilistica” perché si dedica a “amare e assumere le espressioni musicali diverse e a tutti i livelli dell’uomo”. In programma abbiamo tre prime esecuzioni (Blue Symphony del 2005, Moto velocetto perpetuo e Interno Intorno del 2006) e Porter Portrait per pianoforte solista e orchestra (2001) battezzata a Milano. Quest’ultima partitura, che Gaslini nel doppio ruolo di pianista e direttore ricrea in modo elettrizzante e che già dal titolo dichiara la sua sostanza musicale, è il soggetto estraneo e rivelatore insieme dell’intero impaginato. La registrazione è stata effettuata con un sofisticato sistema multi canale ad alta risoluzione, rigorosamente dal vivo, nel Teatro Marrucino di Chieti: sarà dunque possibile udire nel corso di tutta l’esecuzione una serie di piccoli rumori e “respiri” di un pubblico attento, ma, vivaddio, vivo!!!

LEGENDE - SACD

LEGENDE - SACD

Classical: original compositions by Sarasate, Paganini, Wieniawski, Bazzini. Giovanni Angeleri, violin; Orchestra delle Venezie. 24bit/96kHz digital recording at Duomo Vecchio, Monselice, Italy 2001. Questo SACD rappresenta una delle rarissime occasioni per poter apprezzare il grande violinista padovano su supporto registrato. E' infatti rarissima la presenza su disco di questo straordinario interprete virtuoso, che nel 1997 vinse il Concorso Paganini di Genova, unico italiano, oltre a Salvatore Accardo e Massimo Quarta, nella storia pluridecennale della più importante competizione violinistica del mondo. Oltre che solista, Angeleri si presenta anche come direttore della prestigiosa Orchestra delle Venezie, compagine sinfonica da lui stesso fondata. Il programma musicale è affascinante e brioso: il tema dominante vede la contaminazione fra le melodie ed i ritmi della musica popolare, mediate dal talento compositivo di alcuni fra i più noti ed apprezzati compositori "colti" dell'ottocento. Quasi senza soluzione di continuità si possono quindi apprezzare gli echi zigani nella "Fantasia sopra La Carmen" di Sarasate e nella Zingaresca". Per proseguire con le celebri variazioni di Paganini sulle melodie del "Carnevale di Venezia". Ed ancora lo scherzo fantastico di Bazzini intitolato "La Ronda dei Folletti", sapientemente orchestrato dallo stesso Giovanni Angeleri dall'originale versione per pianoforte e violino. Per arrivare a concludere il programma con due composizioni di Wieniawski, "Legende", che dà  anche il titolo al disco e la celeberrima "Polonaise de Concert". Questo SACD HYBRID MULTICHANNEL può essere impiegato anche in un normale lettore CD stereo

VOCI DI LUNA WHITE GOLD EDITION

VOCI DI LUNA WHITE GOLD EDITION

Pop: original compositions by S. Cipriani, N. Rota, F. Micalizzi, A. Trovajoli, N. Oliviero-R. Ortolani, E. Morricone, A. Salvemini, L. Bacalov. Flute: F. Salvemini, piano: S. Libardo 24bit/88.2kHz original recording made at Magister Studio-Preganziol Italy- on September 2006. Francesca Salvemini è una brillante e quotata flautista classica pugliese, che ama spaziare nelle sue proposte musicali fra i generi più diversi. In questo caso, accompagnata dalla pianista Silvana Libardo, propone un'accattivante selezione di nuovissimi arrangiamenti di alcune delle più celebrate colonne sonore del cinema italiano. I temi da Il Padrino, C'era una volta il west, Anonimo Veneziano, Il Gattopardo, Amarcord, Nuovo Cinema Paradiso, e molti altri. Musiche immortali e saldamente collocate nell'immaginario fantastico di ciascuno di noi, che nei nuovi arrangiamenti per flauto e pianoforte riescono a rievocare sensazioni di autentica magia in grado di celebrare per l'ennesima volta il connubio fra l'ascoltatore e la Musica, con la M maiuscola. Francesca Salvemini e Silvana Libardo, dotate di tecnica e sensibilità  non comuni, completano l'affresco di un disco destinato a non lasciare indifferente neppure il più duro degli "indifferenti". Registrato nella perfetta acustica naturale dello Studio Magister da Marco Lincetto, questo disco si avvale di un'arma segreta in più: infatti tutti i collegamenti fra le macchine di registrazione utilizzate sono stati realizzati con cavi WHITE GOLD INFINITO FII e TIGHT FII, garantendo in questo modo a Velut Luna di salire un ulteriore importante gradino verso le vette dell'eccellenza assoluta della qualità del suono riprodotto.   

CROSSING  - VLHD HIGH QUALITY

CROSSING - VLHD HIGH QUALITY

CLASSICAL Caterina Bergo, arpa, Paola Donato arpa. High Definition digital recording 24bit / 96KHz. at Magister Studio, Preganziol, Italy, on Novembre 2005. L'arpa è senz'altro uno degli strumenti classici più affascinanti e magici, in grado di evocare atmosfere e situazioni veramente particolari e pregne di emozioni forti e indimenticabili. Caterina Bergo incarna perfettamente l'icona della grande interprete di questo strumento: giovanissima, ma già con grande esperienza musicale, bellissima ed elegantissima, riesce nel corso dei suoi concerti a comunicare l'emozione della Musica come pochi altri interpreti. E per il suo disco d'esordio Velut Luna ha voluto organizzare una sorta di evento musicale unico, che oggi veramente poche altre etichette discografiche nel mondo hanno la forza e la credibilià  per poter realizzare. In sostanza, Marco Lincetto ha contattato alcuni dei più rappresentativi compositori italiani del momento ed ha chiesto loro di scrivere alcuni brani musicali espressamente per Caterina ed il suo disco d'esordio! Ecco quindi personalità  come Nicola Campogrande, Emilio Galante, Oscar Del Barba, Sergio Cossu, Fabrizio Castania, ed ancora Adriano Lincetto, Ferrero e Tutino con brani non scritti appositamente per questo disco, ma in prima registrazione mondiale. Si tratta di una musica nuova che difficilmente può essere etichettata sotto un genere preciso: essa infatti si pone come sintesi perfetta della tradizione classica (Campogrande e Castania), ma anche dello spirito più moderno del rock e del blues (Galante), senza disdegnare gli stilemi del jazz e del pop più raffinato (Del Barba e Cossu). E' infine molto importante sottolineare come in ogni caso siamo di fronte ad un programma musicale godibile, spigliato e di immediata presa su chiunque abbia la fortuna di ascoltarlo. E che dire della registrazione? Realizzata fra le magiche mura del grande Studio Magister è forse in grado di presentare per la prima volta un suono d'arpa veramente completo, ricco, di statura sinfonica, addirittura: masterizzato con tecnica VLHD da Marco Lincetto e Matteo Costa.  

WINGS - SONGS OF THE JEWISH HEART

WINGS - SONGS OF THE JEWISH HEART

High Resolution digital master (24bit/96Khz). Made at Chiesa di S. Apolllinare, Monticello di Lonigo (VI), Italy, on June 2005. Valeria Fubini Ventura, voce, Anna Barbero, pianoforte. Questo CD, assolutamente atipico nel panorama discografico italiano ed europeo in genere, presenta una molto esaustiva rassegna di musiche e di canti, composti da alcuni dei più significativi autori Israeliani contemporanei  non potrebbe essere altrimenti considerando la giovane "età"  dello Stato Israeliano. Tali musiche tuttavia non hanno subito in modo specifico l'influenza delle correnti musicali di avanguardia del novecento, ma piuttosto il loro orizzonte musicale è da una parte legato ancora alle scuole nazionali europee di fine ottocento, anche se nutrito di nuovi accenti in cui i modi, le melodie, le scale della musica del Medio Oriente sono spesso presenti fondendosi in un contesto nuovo ed originale. Registrato in alta risoluzione digitale, con la formula "Live in studio", senza pubblico, nell'arco di un caldo pomeriggio estivo nella piccola Chiesa di S.Apollinare a Monticello di Lonigo in provincia di Vicenza, questo CD consente di apprezzare le eccezionali doti interpretative di Valeria Fubini Ventura e di Anna Barbero, ed il talento affermati compositori quali Ravel, Milhaud, Ben Haim.questo CD consente di apprezzare le eccezionali doti interpretative di Valeria Fubini Ventura e di Anna Barbero, ed il talento di affermati compositori quali Ravel, Milhaud, Ben Haim.   

PIZZICHI E SOSPIRI - SACD

PIZZICHI E SOSPIRI - SACD

Suite per Paer, per Orchestra d'Archi (1980) 01 - Allegro con spirito, 1:26 02 - Adagio, 2:27 03 - Tempo di Valzer, 2:25 04 - Allegro molto, 2:08   Concerto per Flauto e Archi (1979) 05 - Largo espressivo cantabile. Allegro moderato 5:08 06 - Lento, cantando con molta espressione 4:33 07 - Allegro vivacissimo 4:30   Elegia per Corno delle Alpi e Archi (1996) 08 - Adagio, ma non troppo lento. Allegro molto. Poco meno cantando. Tempo I  12:55   Divertimento per Fagotto e Archi (1995) 09 - notturno  3:16 10 - Danza  3:32 11 - Elegia  6:49 12 - Finale  2:52   Divertimento a due per Chitarra e Pianoforte (1981) (trascrizione per chitarra e archi a cura dell'Autore) 13 - Preludio  4:17 14 - Danza  3:11 15 - Finale  4:00   Adagio e Allegro per Mandolino e Pianoforte (1978) (trascrizione per mandolino e archi a cura di Claudio Mandonico) 16 - Adagio  2:08 17 - Allegro  3:50   DURATA TOTALE: 70:32   Orchestra d'Archi: I Solisti Filarmonici Italiani, diretti da Giovanni Guglielmo Enzo Caroli, flauto Alessio Benedettelli, corno delle alpi Andrea Bressan, fagotto Alessandro Bono, chitarra Ugo Orlandi, mandolino   Registrazione nativa multi canale in formato DSD, realizzata neòl mese di marzo 2003 nella Sala della Biblioteca dell'Abbazia di Carceri d'Este, Italia. Sono stati utilizzati microfoni Schoeps, preamplificatori microfonici Millennia Media HV-3B e un sistema di ripresa SADiE DSD8. Missaggio e mastering sono stati monitorati usando un preamplificatore analogico multicanale DROMOS EGHEON, amplificazione AUDIA FLIGHT 100 x3 e diffusori SPENDOR S-100 x5   Produttore esecutivo e sound engineer: Marco Lincetto per Velut Luna Grafica e Layout: L'Image La musica di Adriano Lincetto non si è mai allineata ai dettami delle "correnti musicali" dominanti nel '900. Lincetto ha sempre scritto seguendo una propria idea di bellezza, di melodia e armonia. La sua è musica tonale, e a volte non manca di rendere omaggio a quegli autori che ne sono anche inconsapevolmente fonte ispirativa, da Debussy e Ravel, fino a Bartok e Stravinsky. E' una musica assoluta e fuori dal tempo, spesso nata per assecondare le richieste di "musica nuova" degli amici musicisti che poi ne furono anche primi interpreti, come nel caso di questo disco Enzo Caroli e Alessio Benedettelli e l'amico di sempre Giovanni Guglielmo. Una musica da gustare per la bellezza in sè e senza cercare alcun retrogusto pseudo culturale, tipico delle conventicole di potere legate più al potere politico che alla Musica intesa in senso assoluto.